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domenica 3 ottobre 2010

I doppi vincoli fanno parte della condizione umana (Los dobles vinculos son parte de la condición humana)

Gregory Bateson (biologo, antropologo, teorico cibernetico e filosofo dell’ecologia), è stato un studioso appassionato e impegnato in diversi ambiti del pensiero. Avendo avuto come cornice l’epistemologia, dedicò il suo intenso e continuativo interessamento verso lo studio di discipline apparentemente sconnesse fra di esse come possono essere la comunicazione, il comportamento animale, la psichiatria e la cibernetica. Grazie a lui e a questo suo approccio ecologico, secondo il quale non esistono aspetti della realtà che possano essere studiati escludendo altri contesti, abbiamo la consapevolezza non solo della complessità con cui ogni fenomeno si struttura ma anche della loro essenza fondamentalmente paradossale, contraddittoria, data la sua natura pluridimensionale (i multiversi di cui è fatta ogni realtà parziale).
Ma tutto ha inizio dalla premessa secondo la quale la morte stessa è una condizione e caratteristica intrinseca alla vita. Da lì in poi, tutto ciò che fa parte della condizione umana è segnato da questo duplice vincolo.
Purtroppo spesso e volentieri tendiamo ad impostare un approccio e una cosmovisione che perde di vista questa molteplicità di livelli inclusi nella costruzione di ogni spazio di realtà e di convivenza umana. Risultato, il rischio di rimanere intrappolati in una visione lineare monodimensionale e semplicistica che ci toglie la possibilità di affrontare l’ambiguità e i paradossi (intrinseci alla natura stessa) con risposte creative che includano o che rispondano ai diversi livelli logici coinvolti (cioè un approccio che includa, piuttosto che uno che escluda). Dimenticarli o fare finta che non ci siano, ci può costare la nostra salute mentale.

Gregory Bateson (biologo, antropologo, teorico cibernético y filosofo de la ecologia), ha sido un estudioso apasionado y comprometido en àmbitos diferentes del pensamiento. Habiendo tenido como marco la epistemologia, dedicó su intenso y continuo interés hacia el estudio de disciplinas aparentemente no conectadas entre si como pueden ser la comunicación, el comportamiento animal, la psiquiatria y la cibernética. Gracias a él y a este enfoque ecológico, segun el cual no existen aspectos de la realidad que puedan ser estudiados excluyendo otros contextos, tenemos conciencia no solo de la complejidad con la cual cada fenómeno se estructura sino también de su esencia fondamentalmente paradojal, contradictoria, dada su naturalezza pluridimensional (los multiversos de los cuales está hecha cada realidad parcial).
Pero todo comienza con la premisa segun la cual la muerte misma es una condición y caracteristica intrínseca a la vida. A partir de ello, todo aquello que hace parte de la condición humana esta marcado por éste doble vinculo.
Desgraciadamente frecuentamente tendemos a poner en pié un enfoque y una cosmovisión que pierde de vista esta multiplicidad de niveles incluidos en la construcción de cada espacio de realidad y de convivencia humana. El resultado, es el riesgo de quedar atrapados en una visión lineal monodimensional y simplista que nos quita la posibilidad de enfrentar la ambiguedad y las paradojas (intrinsecas a la naturaleza misma) con respuestas creativas que incluyan o que respondan a los diversos niveles involucrados (es decir, un enfoque que incluya, en lugar de uno que excluya). Olvidarlos o hacer como si no existen nos puede costar nuestra salud mental.

venerdì 10 settembre 2010

I paradossi del disagio condiviso (Las paradojas del malestar compartido)


Me lo sono trovato davanti, abbattuto e con tanta ansia chiedendo di essere aiutato a “stare meglio”, a superare i grossi sensi di colpa che lo turbavano torturandolo fino all’ossessione. Era successo più di una volta che il padre, deceduto da poco, era stato oggetto della sua rabbia aggressiva e quindi picchiato da lui stesso fino al punto di essere stato denunciato. Non riusciva a darsi pace pensando ai comportamenti ostili avuti nei confronti di suo padre.
Viveva dentro un clima di violenza familiare diffusa che aveva inquinato ogni spazio dell’intimità e dei rapporti in famiglia. Ma sentiva di essere “l’ago della bilancia”, colui che teneva le redini di un precario e molto fragile equilibrio familiare. In effetti, si definiva molto legato alla madre (depressa cronica con gravi difficoltà relazionali ma senza nessun tipo di sostegno terapeutico per decisione del marito, era il figlio stesso a darle dell’affetto e quel poco di compagnia che nessuno in famiglia era in grado di esplicitarle), alla sorella (severi disturbi psichiatrici inabilitanti che condizionano pesantemente la convivenza e per la quale prova tenerezza e preoccupazione ma che non riesce ad esprimere, nonostante vi fossero periodicamente dei forti scontri verbali e fisici sia nei confronti suoi che del padre) e al padre (incapace di gestire autonomamente un clima familiare e una condizione domestica piuttosto caotica, per cui il figlio arrivava a fare ciò che il padre non ci riusciva, pur pensando che molta della sofferenza della madre e della sorella poteva essere riconducibile a questa scarsa sensibilità di un padre poco attento alle esigenze altrui).
Era fortemente turbato dalla sua massiccia ventennale dipendenza da sostanze stupefacenti, che lo avevano cronicizzato in uno stato più o meno permanente di anestetizzazione, degli affetti e della coscienza. Ora era apparentemente deciso a farsi aiutare per riprendere in mano la sua vita. Anche perché i suoi progetti personali assieme alla sua incipiente autonomia si erano visti puntualmente crollare negli anni fino a scomparire. Dovendo seguire da vicino le molteplici vicende domestiche era rimasto in casa malgrado ormai superasse i quaranta anni.
Era scarsamente consapevole del fatto che lui comunque aveva partecipato attivamente nel menage familiare dando protezione e affetto (alla madre e alla sorella), contribuendo alla risoluzione di problemi pratici quotidiani (restando accanto al padre), intensificando i conflitti (passando dall'abuso di sostanze alla tossicodipendenza), consolidando la violenza all’interno di una cornice relazionale asfissiante consolidatasi nella ripetitività giornaliera.
Ecco i paradossi della convivenza familiare costruitasi in circostanze di grosso disagio: affetto, ostilità, sofferenza, dipendenza, sostegno…. Sono aspetti diversi del caleidoscopio relazionale che esprimono come questa famiglia (così come avviene in ogni famiglia organizzata all'interno di una simile condizione) tentava di raggiungere equilibri e continuità (il padre dava dei soldi al figlio per fare si che si procurasse la sostanza senza dover allontanarsi da casa; il figlio tentava di correggere il padre anche con la violenza sperando si prendesse carico di una moglie irrigidita nell’autoesclusione invalidante e che riuscisse a costruire un rapporto di più comprensione con la sorella!!!). Si trattava quindi di una copartecipazione relazionale e affettiva all’interno della quale non potrebbe esserci lo spazio per letture o visioni lineari semplicistiche del tipo carnefice/vittima (proprio come quella a cui gli stessi protagonisti facevano riferimento e nei confronti della quale rimasero intrappolati costruendo una danza rigidamente complementare autoperpetuante).




Me lo encontré delante de mi, desolado y con mucha ansia pidiendo ser ayudado a “estar mejor”, a superar los fuertes sentimientos de culpa que tanto mal le hacian torturandolo obsesivamente. Habia sucedido más de una vez que su padre, fallecido hacia poco tiempo, fuera objeto de su rabia agresiva y que fuese golpeado por él mismo, llegando a ser denunciado judicialmente. No podia darse tranquilidad cada vez que pensava a los comportamientos hostiles manifestados hacia su padre.
Vivia en un clima de violencia familiar generalizada que habia contaminado todos los espacios de intimidad y de relación familiares. Pero él sentia ser “la aguja de la balanza”, aquel que debia controlar el frágil e inestable equilibrio familiar. Efectivamente, se definia muy ligado a su madre (deprimida crónica con graves dificultades relacionales pero sin ningún tipo di soporte terapéutico por decisión de su marido, el hijo le daba afecto y un poco de compañia actitudes que ninguno en la familia era en grado de explicitar), a su hermana (severos disturbios psiquiátricos inhabilitantes que condicionaban fuertemente la convivencia y frente a la cual siente ternura y preocupación que no logra explicitar, a pesar de los conflictos abiertos fisicos y verbales existentes, sea con él que con el padre) y al padre (incapaz de afrontar autonomamente un clima familiar y una condición doméstica más bien caótica, por lo cual el hijo llegaba a hacer lo que el padre no lograba, a pesar de pensar que mucho del sufrimiento de su madre y de su hermana podia estar relacionado a la escasa sensibilidad de un padre poco atento a las exigencias de los otros).
Estaba fuertemente perturbado por su masiva y ventenal dependencia de substancias estupefacientes, que lo habian colocado en un estado más o menos permanente de adormecimiento, de los afectos y de la conciencia. Ahora estaba aparentemente decidido a hacerse ayudar para retomar en mano su vida. También porque sus proyectos personales junto a su incipiente autonomia habian disminuido sensiblemente en los ultimos años hasta desaparecer por completo. Debiendo estar cerca a los múltiples asuntos domésticos si habia quedado a vivir con sus padres, a pesa de superar los cuarenta años.
Era apenas conciente del hecho de haber tenido una participación activa en el menaje familiar dando protección y afecto (a la madre y a la hermana), contribuyendo a la resolución de problemas practicos cuotidianos (permaneciendo junto al padre), intensificando los conflictos (pasando del abuso de substancias a la toxicodependencia), consolidando la violencia familiar dentro de un marco asfixiante consolidado en la repetitividad diaria.
He aqui las paradojas de la convivencia familiar construida en circunstancias de intenso malestar: afecto, hostilidad, sufrimiento, dependencia, soporte…. son aspectos diferentes del caleidoscopio relacional que expresan còmo esta familia (asi como sucede en cualquier otra que se ha organizado en semejantes condiciones)intentaba alcanzar equilibrios y continuidad (¡el padre daba dinero al hijo para que se comprara la substancia y no tuviera que irse de casa; el hijo intentaba corregir al padre con la violencia en la esperanza que un dia se hiciera cargo de una esposa rigidamente cerrada en una autoexclusión invalidante y para que construyera una relacion de mas comprension con su hermana!!!). Se trataba por lo tanto de una condivisión relacional y afectiva dentro de la cual no podria haber espacio para una lectura o visión lineal simplista del tipo verdugo/víctima (justamente como aquella en la cual los protagonistas mismos se quedaron peligrosamente atrapados costruyendo una danza rigidamente complementaria autoperpetuandola).

lunedì 23 agosto 2010

Dall'autoinganno alla compulsione tossicomanica (Del autoengaño a la compulsiòn toxicománica)

In effetti, ognivolta che mi trovo ad avere a che fare con persone dipendenti da sostanze vengo a contatto con dei comportamenti stabilizzati nella ripetitività autodistruttiva. Mi confronto con dei percorsi esistenziali costruitisi a partire dalla premessa illusoria dello "stare meglio" tramite gli effetti (euforizzanti, anestetici, antidepressivi e/o ansiolitici, ecc.) delle sostanze assunte.
Molto probabilmente le affermazioni e le considerazioni fatte dalla persona stessa, riguardo appunto i significati e le motivazioni del proprio comportamento tossicomanico, sono anche l'espressione di un complesso miscuglio psico-biochimico messo in piedi dalle sostanze stesse (e quindi molto variegato a seconda del tipo di sostanza incriminata), assieme alle caratteristiche e ai contenuti della storia inviduale.
L'interruzione di questa catena di comportamenti può essere avviata soltanto dal proprio soggetto predisposto a farsi aiutare dallo specialista, perché consapevole degli effetti devastanti che le sostanze hanno avuto sulla propria vita affettiva e relazionale. E questo è solo un primo passo, prima di tentare di mettere in piede delle nuove premesse cognitive, affettive e relazionali su cui provare a impostare una modalità alternativa di vivere la vita, più adattiva e funzionale.


Efectivamente, cada vez que me encuentro a tener que hacer con personas dependientes de substancias, entro en contacto con unos comportamientos estabilizados en la repeticiòn autodestructiva. Me confronto con unos recorridos existenciales que se han construido a partir de la premisa ilusoria del "estar mejor" a través de los efectos (euforizantes, anestésicos, antidepresivos y/o ansioliticos, etc.) de las substancias asumidas.
Muy probablemente las afirmaciones y las consideraciones hechas por la persona misma, acerca de los significados y las motivaciones de su comportamiento toxicomanico, son también la expresion de una mezcla psico-bioquimica estimulada por las mismas substancias ( y por lo tanto muy variada segun el tipo de substancia involucrada), junto a las caracteristicas y a los contenidos de la historia individual.
La interrupciòn de esta cadena de comportamientos puede partir solo del sujeto mismo predispuesto a hacerse ayudar por el especialista, porque tiene conciencia de los efectos devastadores que las substancias han ejercido sobre su vida afectiva y relacional. Y este es solo un primer paso, antes de intentar poner en pie nuevas premisas cognitivas, afectivas y relacionales sobre las cuales construir una modalidad alternativa de vivir la vida, mas adaptativa y funcional.

venerdì 28 maggio 2010

L'oggettività è un principio autoreferenziale, reificante (La objetividad es un principio autoreferencial, reificante)

Spostando la riflessione epistemologica sui contenuti impliciti nel processo psicoterapico, sarebbe utile ricordare che l’approccio sistemico relazionale riflette e si interroga sulla responsabilità del terapeuta a partire dall’idea secondo la quale il concetto di patologia appartiene al dominio dell’osservatore, cioè a colui che può distinguere tra normale e patologico. Ecco perché da allora la discussione si è concentrata sui presupposti da cui parte l’osservatore per stabilire le sue valutazioni; così l’osservatore con le sue premesse, da esterno entra necessariamente in campo.
E' innegabile che le teorie che guidano le osservazioni, le influenzano e quindi influenzano anche le scelte e gli interventi futuri, compresa ovviamente ogni definizione di sanità e/o di patologia.
Per tanto, gli elementi costanti (le ridondanze) che osserviamo hanno più a che fare con le nostri cornici concettuali, con i nostri pregiudizzi e le nostre descrizioni, che non con la situazione in se stessa. Ecco perché diciamo oggi che anche la psicopatologia è una creazione sociale che si mantiene attraverso il consenso (all’interno della comunità degli esperti). Di conseguenza risulta valido affermare che l’individuazione di una categoria diagnostica come una realtà indipendente, è un modo per creare quella patologia e reificarla.


Dirigiendo la reflexiòn epistemològica sobre los contenidos implicitos en el proceso psicoterapeutico, seria util recordar que el enfoque sistémico relacional reflexiona y se interroga acerca de la responsabilidad del terapeuta, a partir del presupuesto segun el cual el concepto de patologia pertenece al dominio del observador, es decir de aquel que puede distinguir entre normalidad y patologia. Desde entonces, la discusiòn se ha concentrado en los presupuestos de los cuales parte el observador a fin de poder establecer sus evaluaciones; desde ese instante, el observador en lugar de agente externo, necesariamente entre en campo.
Es innegable que las teorias que guian las observaciones, influencian éstas ùltimas y por lo tanto influencian también las elecciones y las intervenciones sucesivas, incluyendo obviamente cada definiciòn de salud y patologia.
Por lo tanto, los elementos constantes (las redundancias) que observamos estàn mucho mas ligadas a nuestros marcos conceptuales, a nuestros prejuicios, a nuestras descripciones antes que a la situaciòn en si misma. Por ello decimos que la también la psicopatologia es una costruccion social que se mantiene a través del consenso (dentro de la comunidad de los expertos).  De aqui que resulta vàlido afirmar que la identificaciòn de una categoria diagnostica como una realidad independiente, es un modo de crear patologia, de reificarla.

sabato 27 marzo 2010

L'epistemologia è una dimensione da non banalizzare ... nel rapporto uomo/donna. (La epistemologia, una dimensiòn que no puede ser banalizada... en la relaciòn hombre/mujer)

Nel rapporto di coppia, vi sono differenze legate anche ad epistemologie diverse in apparente contrapposizione. Si tratta di una realtà anche culturalmente condizionata, in cui tali differenze possono influenzare pesantemente sulla qualità del rapporto ed essere fonte di equivoci e di sofferenza all'interno della relazione stessa. Quindi nella convivenza uomo/donna, siccome non si tratta di un confronto fra il/la "buono/a" e il/la "cattivo/a" , ma di un incontro fra prospettive diverse, converrebbe costruire un'ottica che favorisca la complementarietà nell'interscambio relazionale.


En la relaciòn de pareja, existen también diferencias vinculadas a epistemologias diferentes en aparente contraposiciòn. Es una realidad, también culturalmente condicionada en la que tales diferencias pueden influir en manera determinante sobre la calidad de la relaciòn y ser fuentes de malos entendidos y de sufrimiento dentro de la relaciòn misma. Por lo tanto, ya que ello no se refiere a un encuentro entre el/la "bueno/a" y el/la "mala" sino a una confrontaciòn entre perspectivas diferentes, seria conveniente poder construir una vision que estimule la complementariedad en el intercambio relacional.

mercoledì 3 marzo 2010

La condizione umana è un movimento perpetuo. (La condiciòn humana es un movimiento incesante)

Nel nostro vivere, da essere umani relazionali che siamo, ci confrontiamo costantemente con situazioni e contesti diversi che provocano in noi effeti e condizioni interiori di variegata natura e intensità. La curiosità, che parte dall'osservare e coglie le novità di questo nostro divenire esistenziale insieme ad altri, ci da la possibilità di riflettere e con esso di poter evolvere verso stati di maggiore complessità, consapevolezza e gratificazione emozionale. Ma, quando ci neghiamo questa risorsa cognitiva, la sofferenza emotiva può essere la risorsa più importante che abbiamo a disposizione. Così ci interroghiamo su ciò che altrimenti potrebbe essere fonte di autodistruzione, per essere poi in grado, di optare per scelte che ci diano una maggiore gamma di alternative e di possibilità.
Ecco in sintesi, ciò che a me piace pensare ognivolta mi interrogo e rifletto sulla dinamica del vivere umano inteso come una deriva di continuo movimento:il divenire umano appunto.


En nuestro vivir, como seres relacionales, nos confrontamos permanentemente con situaciones y contextos diferentes que nos provocan efectos y condiciones internas de diferente naturaleza e intensidad. La curiosidad, que parte del observador y coge las novedades de nuestro devenir existencial junto a otros, nos da la posibilidad de reflexionar y a traves de ello evolucionar hacia estados de mayor complejidad, conciencia y gratificaciòn emocional. Pero, cuando sucede que nos negamos tal recurso cognitivo, el sufrimiento emotivo puede ser el recurso mas importante que tenemos a nuestra disposiciòn. Gracias a éste, nos preguntamos acerca de aquello que de otra manera podria ser fuente de autodestrucciòn, y asi ser en grado de elegir opciones que nos permiten una gama mayor de alternativas y posibilidades.
Esto es en sintesis, lo que a mi me gusta pensar cada vez que me pregunto y reflexiono acerca de la dinamica del vivir humano entendido como una deriva de movimiento continuo: es decir, el devenir humano.

venerdì 5 febbraio 2010

Il "peso" delle emozioni nelle psicodipendenze. (El "peso" de la emociones en las psicodependencias)

Sembrerebbe che le emozioni che ognuno di noi prova in ogni circostanza della vita, hanno un ruolo sostanziale sul nostro agire umano, fino al punto di incidere sul comportamento intelligente, adattivo(condizionandolo): la paura, l'ansia, la rabbia, la depressione, ecc. possono comprometterlo pesantemente. Un comportamento bloccato da delle emozioni che ci impediscono di avere flessibilità di fronte ad un mondo cambiante e nel rapportarci con gli altri, è sicuramente la premessa per irrigidirci a volte anche in dei comportamenti autolesionistici. Spesso e volentieri, è questa la cornice mentale (epistemologica) dentro la quale si costruiscono/generalizzano modalità relazionali diverse di dipendenza (da sostanze e da persone).


Pareceria que las emociones que cada uno de nosotros prueba en las diferentes circunstancias de la vida, tienen un rol sustancial en nuestro hacer humano, hasta el punto de incidir sobre el comportamiento inteligente, adaptativo (condicionadolo): el temor, el ansia, la rabia, la depresiòn, etc. pueden comprometerlo fuertemente. Un comportamiento bloqueado por emociones que nos impiden ser flexibles frente a un mundo que cambia y en relaciòn a los demàs, es seguramente la premisa que nos hace ser rigidos a veces inclusive en relaciòn a comportamientos autolesionistas. Frecuentemente ésta es el marco mental (epistemologico) dentro del cual se construyen/generalizan las diferentes modalides relacionales de dependencia (de substancias y de personas).

venerdì 29 gennaio 2010

Emotivamente fragili e cognitivamente ingenui. (Emocionalmente fragiles y cognitivamente ingenuos)

Individuare, cogliere, esplicitare, condividere, sono alcuni dei verbi che esprimono meglio ciò che ognuno di noi fa ogniqualvolta costruiamo scenari e contesti di relazioni, assieme ad altri che condividono con noi alcune delle nostre premesse o con quelli con cui ci interfacciamo nel nostro quotidiano vivere con finalità precise. Sembrerebbe che nella società occidentale odierna, tali scambi e convergenze tendano a svolgersi seguendo un'impostazione fortemente escludente e discriminatoria. Siamo in qualche modo vittime della convinzione secondo la quale, per stare psicologicamente bene è meglio costruirsi delle certezze che ci permettano di farci sentire possessori di verità, anche se questo vuol dire semplificare ad oltranza i diversi aspetti di cui è composta la convivenza umana.Ecco perché in ogni spazio del vivere, tendiamo ad alimentare aspettative di prevedibilità che ci rassicurino.


Identificar, tomar, explicitar, compartir son algunos de aquellos verbos que expresan mejor lo que cada uno de nosotros hacemos cada vez que construimos escenarios y contextos relacionales, juntro a otros con lo cuales compartimos algunas de nuestras premisas o con quienes intercambiamos finalidades precisas durante nuestro vivir cuotidiano. Pareceria como si en la sociedad occidental actual dichos intercambios y convergencias tendieran a desarrollarse respetando un encuadramiento altamente excluyente y discriminatoria. Somos, de alguna manera, victimas de la convicciòn segun la cual para poder estar psicologicamente bien, es mejor construirse certidumbres que nos hagan sentirnos poseedores de verdades, inclusive aunque si elllo puede significar simplificar sobre manera los diferentes aspectos de los cuales se compone la convivencia humana. He aqui por qué en cada espacio del vivir tendemos a alimentar expectativas de prevedibilidad que nos den conforto.

sabato 9 gennaio 2010

Perché le epistemologie? (Por qué las epistemologias?)

Per quelli che nel settore della salute mentale e per mestiere, si occupano di stimolare nelle persone risposte innovatrici, soprattutto quando le modalità comportamentali, relazionali, affettive o cognitive sono per loro fonte di insofferenza e malessere, è fondamentale non perdere di vista non solo i contesti con i quali la persona ha da fare, ma anche le impostazioni epistemologiche alle quali fa riferimento: cornici, pregiudizi, aspettative, scopi. Esse sono alla base di qualsiasi scelta individuale.
Ecco, proveremmo in questo blog a costruire riflessioni partendo da una epistemologia consapevole della centralità dei paradossi nelle vicende umane, con un coinvolgimento distaccato e attenti alla complessità e alla polifonia della comunicazione interpersonale.
Si tratta di un compito al quanto delicato ed impegnativo visto che i comportamenti in questione suppongono, sostengono o esplicitano un malessere di fondo, sottostante. Quindi il confronto e i contributi da parte dei nostri lettori navigatori (siano essi del settore o meno) saranno molto graditi.


Para quienes, en el campo de la salud mental y por profesiòn, se ocupan de estimular en las personas respuestas innovadoras, especialmente en el caso en el que las modalidades comportamentales, relacionales, afectivas o cognitivas son para las personas mismas causa de sufrimiento y malestar, es seguramente fundamental no perder de vista no solo los contextos implicados, sino también los encuadres epistemològicos a que dichas modalidades hacen referencia: marcos, prejuicios, expactativas, finalidades. Pues estos estan estrechamente ligados al tipo de elecciòn individual.
Esta es la razon por la que en este blog trataremos de construir reflexiones partiendo de una epistemologia conciente de la centralidad de las paradojas en los asuntos humanos asumiendo un involucramiento distante con énfasis y atenciòn hacia la complejidad y la polifonia de la comunicaciòn interpersonal.
Es una tarea seguramente delicada y dificil pues los comportamientos en cuestiòn suponen, sostienen o explicitan un malestar de fondo, subyacente. Por ello la confrontaciòn y la contribuciòn de nuestros lectores navegadores (sean o no del campo) seràn bien recibidas.