Powered By Blogger

giovedì 28 luglio 2011

A proposito dei “fardelli” indicibili … (A proposito de esos “pesos” indecibles …)

Ho sentito più volte il racconto di narrazioni di vita terribili, fatti di violenza, dolore e orrore atrocemente subite da bambini inermi e vulnerabili in contesti ipoteticamente protettivi (in tempo di pace). Racconti che mi hanno fatto provare schifo e tanta rabbia di fronte a ciò che noi esseri umani possiamo essere capaci di fare ad un altro essere umano. E mi sono detto, veramente la realtà supera di molto la fantasia forse perché, quest’ultima si nutre sempre dalla prima!!!
E mi sono altrettante volte chiesto, cosa succede in quelle menti frastornate da emozioni e da esperienze così distruttive e annientanti, potenzialmente condizionanti a vita? Come si “organizzano” quelle menti modellate da vissuti inconfessabili che nell’extragrande maggioranza dei casi stimolano risposte primordiali, di sopravvivenza nel tentativo di azzittire delle sofferenze divenute insopportabili o nella speranza di dare un senso al proprio vivere (addirittura, attraverso il non senso delle proprie paradossali scelte)?
Sarà necessario sperare di poter un giorno applicare le tecniche di intervento neurochirurgico proposte dalla fantascienza, come nel film “Eternal sunshine of the spotless mind” (in italiano, “Se mi lasci ti cancello”) o aspettare il raggiungimento dei risultati soppressivi tramite degli ipotetici futuristici interventi su delle proteine su cui sono state imprese le esperienze emozionalmente traumatiche, riscontrabili nei circuiti nervosi nell'amigdala (l’area del cervello responsabile del condizionamento alla paura sia sulle persone che sugli animali, la base materiale della memoria emozionale)? Solo (se un giorno ci sarà) con l’aiuto dell’estirpazione neurochirurgica sarà possibile avere una rivincita esistenziale ed emozionale nei confronti di quei invalidanti “fardelli” traumatici?
La plasticità del cervello (e quindi la sua funzionalità) è data anche dal rapporto dinamico e negentropico che esiste fra ognuno di noi e i propri dintorni relazionali e cognitivi, emozionali e pragmatici. Per tanto, il bambino come l’adulto possono essere aiutati a costruire circuiti cognitivi, emozionali e relazionali virtuosi di emancipazione semantica e affettiva (rispetto ai loro demoni e inferni), tali da arrivare a ricostruire una rappresentazione di sé alternativa, su una base proattiva di ribaltamento, appunto. Siamo tutti quanti esseri in divenire, “fatti” per andare alla ricerca costante di qualcosa che ci completi, per stare sempre meglio.



He escuchado muchas veces cuentos de narraciones de vida terribles, hechos de violencia, dolor y horror atrozmente sucedidas a niños indefensos y vulnerables en contextos supuestamente protectivos (en tiempo de paz). Cuentos que me han hecho probar repulsión y mucha rabia frente a lo que nosotros seres humanos podemos ser capaces de hacer a otro ser humano. ¡Y me he dicho, verdaderamente la realidad supera la fantasia quizás porque, ésta ultima se alimenta de la primera.!!!
Y me he igualmente preguntado, ¿que succede dentro de aquellas mentes disturbadas por emociones y experiencias tan destructivas y aniquilantes, potencialmente condicionadoras de toda una vida? ¿Cómo se organizan aquellas mentes moldeadas por vivencias inconfesables que en la gran mayoria de los casos estimulan respuestas primordiales de autodefensa, con la intención de callar el sufrimiento convertido en algo insoportable o por la esperanza de dar un sentido a la propia vida (inclusive, a través del sin sentido de las propias paradojales elecciones)?
¿Será necessario esperar poder un dia aplicar las técnicas de intervención neuroquirúrgica propuestas por la ciencia ficción, como en el film “Eternal sunshine of the spotless mind” (en italiano, “Si me dejas te elimino”) o esperar lograr resultados de supresión a través de hipotéticas futuristas intervenciones sobre las proteinas en las que son grabadas las experiencias emocionalmente traumáticas que se encuentran en los circuitos nerviosos de la amigdala (el area del cerebro responsabile del condicionamiento al miedo sea en las personas que en los animales, es la base material de la memoria emocional)? ¿Solamente (si un dia existirá) con la ayuda de la extirpación neuroquirúrgica será posible vencer exitencial y emocionalmente sobre el impacto de aquellos “pesos” traumaticos?
La plasticidad del cerebro (y por lo tanto su funcionalidad) está dada también por la relación dinámica y negentrópica que existe entre cada uno de nosotros y los alrededores relacionales y cognitivos, emocionales y pragmáticos. Por lo tanto, el niño como el adulto pueden ser ayudados a construir circuitos cognitivos, emocionales y relacionales virtuosos de emancipación semántica y afectiva (respecto a sus demonios e infiernos), tales de llegar a reconstruir una representación de si alternativa, sobre una base proactiva de transformación, justamente. Somos todos seres en devenir, “hechos” para ir en búsqueda constante de algo que nos complete, para estar cada vez mejor.