L’Hikikomori è una sindrome studiata nella
popolazione degli adolescenti in Giappone, che etimologicamente significa “mi ritiro”. Si caratterizza dal
fatto che il ragazzo che ne è affetto costruisce un rapporto esclusivo
con le realtà virtuali di Internet e dei videogiochi o la televisione,
all’interno delle quattro mura della propria abitazione dove cerca un rifugio
protettivo (anche rispetto ai propri familiari).
Sembrerebbe che tra i giovanissimi, nelle sue forme più
gravi, esse siano legate ad un disagio vissuto in età adolescenziale (e anche
durante la pubertà) in ambito relazionale, probabilmente stimolato da contesti
sociali altamente competitivi o anche violenti. “Tutti mi
prendono in giro…”; “non riesco ad andare d’accordo con gli altri…”; “sono
stato minacciato più volte..”; sono alcune delle frasi con cui spesso tendono a
giustificare la propria chiusura verso il sociale. Quindi, l’auto percezione di
fragilità da parte del ragazzo o ragazza, oppure la sua incapacità a tollerare
dei livelli alti di stress in ambiti interpersonali, favorirebbero l’auto
esclusione. La motivazione sottostante sarebbe in molti casi, la percezione di
avere a che fare con rapporti e contesti nei confronti dei quali vi è un senso
di soggezione, inadeguatezza o impreparazione, che penalizza drammaticamente la
loro vita di relazione.
In età giovanile, è riscontrabile anche fra coloro che si
trovano a subire condizioni di vita di grossa difficoltà familiare o sociale
come possono essere quelle delle persone sole, dei disoccupati, di coloro che
sono in cassa integrazione o con delle difficoltà intra familiari. In questi
casi, gli specialisti preferiscono parlare di un rapporto patologico con
le tecnologie della comunicazione. Questa tipologia di rapporto, può avere una
precisa durata di tempo (alcuni mesi), una discontinua che in genere finisce
per esaurirsi nella misura in cui il soggetto stesso modifica il comportamento
additivo, uscendone. Per alcuni è necessario non rinnovare l’abbonamento
internet, come una strategia estrema di interruzione del comportamento
ossessivo.
Il carattere compulsivo del comportamento, insito
alle dipendenze, può associarsi a tutte le varianti potenzialmente gratificanti
di cui è in grado attualmente di offrire lo spazio virtuale: il gioco d’azzardo
on line, i giochi di ruolo on line, gli acquisti on line compulsivo, il sesso
virtuale, le relazioni via chat rooms, ecc. Questa nuova tipologia di dipendenza
è frequentemente associata a sintomatologie depressive e ossessivo
compulsive. Comunque si può parlare di un vero e proprio comportamento
psicopatologico, di dipendenza appunto, dal momento in cui diviene coattivo,
ripetitivo che stimola il “craving” (desiderio forte).
L’uso consapevole, equilibrato e razionale del mezzo (di
informazione e di comunicazione) dipende dalla capacità del utente per trovare
un equilibrio tra la concretezza di ciò che avviene nel mondo reale e le
possibilità apparentemente infinite del mondo virtuale. Questa equilibrio può
essere la premessa a partire dalla quale fare sì che il mezzo si adatti alle
nostre esigenze di trovare nuovi strumenti che ci aiutino ad affrontare meglio
una realtà sociale sempre più complessa e imprevedibile.
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El Hikikomori es un sindrome estudiado entre la
población de adolecentes del Japón, que etimologicamente significa “me retiro”
. Se caracteriza por el hecho que el chico que ha sido afectado se construye
una relación exclusiva con las realidades virtuales de Internet y
de los videojuegos o de la televisión, dentro de las cuatro paredes de su casa
en donde busca un refugio protector (también respecto a sus familiares).
Pareceria que entre los más jovenes, sus formas más
graves, estén ligadas a un malestar psicológico vivido durante la adolescencia
(y también durante la pubertad) en ámbito relacional, probablemente estimulado
por contextos sociales muy competitivos o violentos. “Todos se
rien de mi…”; “no logro ir de acuerdo con los demás…”; “he sido amenazado
varias veces…”; son algunas de las frases con las cuales tienden a justificar
el proprio cierre frente al social. Por lo tanto, la autopercepción de
fragilidad por parte del chico o de la chica, o sino su incapacidad a tolerar
niveles altos de stress en ámbitos interpersonales, favorecerian su auto
exclusión. La motivación subyacente
seria en muchos casos, la percepción de tener que afrontar relaciones y
contextos frente a los cuales existe un sentido de sumisión, inadecuación o
impreparación, que castigan drammaticamente sus vidas de relación.
En edad
juvenil, se le encuentra también entre quienes viven condiciones de vida de
fuerte dificultad familiar o social, como pueden ser aquellas de personas
solas, de los desocupados, de aquellos que están en el Fondo de Garantia
Salarial o que tienen dificultades intra familiares. En estos casos, los
especialistas prefieren hablar de una relación patológica con las
tecnologias de las comunicaciones. Esta tipologia de relación puede
tener una precisa duración de tempo (algunos meses), una discontinuidad que
generalmente termina por extinguirse en la medida en que el sujeto mismo
modifica el comportameiento adictivo, dejandolo. Para algunos es necessario no
renovar el abono internet, como estrategia estrema de interrupción del
comportamento obsesivo.
El carácter compulsivo del comportamento, proprio
de las dependencias, puede asociarse a todas las variantes potenzialmente
gratificantes que actualmente es capaz de ofrecer el espacio virtual: el juego
de azar on line, los juegos de roles on line, las compras compulsivas on line,
el sexo virtual, las relaciones en chat rooms, etc. Esta nueva tipologia de
dependencia está frequentemente asociada a sintomatologias depresivas y obsesivo
compulsivas. De cualquier forma, se puede hablar de un verdadero
comportamiento psicopatologico, de dependencia, desde el momento en el cual
deviene coactivo, ripetitivo que estimula el “craving” (deseo fuerte”).
El uso conciente, equilibrado y racional del medio,
depende de la capacidad del usuario en encontrar un equilibrio entre la
concretitud de lo que succede en el mundo real y las posibilidades
aparentemente infinitas del mundo virtual. Este equilibrio puede ser la premisa
a partir de la cual hacer que el medio (de información y de comunicación), se
adapte a nuestras exigencias por encontrar nuevos instrumentos que nos ayuden a
afrontar mejor una realidad social cada vez más compleja e imprevedible.
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